Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9385 del 4 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9385PEN

Massima

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Il reato di diffamazione aggravata dalla pubblicità, commesso attraverso la pubblicazione di frasi offensive nei confronti di superiori gerarchici su un social network, non può essere scriminato dal diritto di critica quando le espressioni utilizzate, prive di riferimenti a fatti specifici, risultano gratuitamente offensive e non rispettose della continenza, essendo idonee a ledere la reputazione altrui. La mancata applicazione dell'istituto della particolare tenuità del fatto, nonostante la pena modesta, è giustificata dalla rilevante potenzialità diffusiva della condotta e dalla gravità intrinseca delle espressioni utilizzate, che denotano un atteggiamento di disprezzo e mancanza di rispetto verso i superiori. L'individuazione delle persone offese può avvenire in modo deduttivo sulla base del contesto in cui sono inserite le frasi offensive, senza necessità di acquisire prove documentali come gli screenshot, laddove vi siano testimonianze concordi e univoche sulla pubblicazione dei messaggi diffamatori. Il reato di diffamazione aggravata dalla pubblicità è procedibile d'ufficio, indipendentemente dalla tempestività della richiesta di procedimento, in quanto la pubblicazione su un social network integra gli estremi dell'aggravante prevista dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 90/2017 della Corte Militare di Appello di Roma in data 06/12/2017;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Antonio Minchella;
Udite le conclusioni del Procuratore Generale Militare, in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 23/11/2016 il Tribunale Militare di Napoli condannava (OMISSIS), appuntato scelto dei Carabinieri,…

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