Consiglio di Stato sentenza n. 1203 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:1203SENT

Massima

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Il mancato completamento dell'opera edilizia oggetto di domanda di condono edilizio, con la realizzazione di soli cinque piani fuori terra privi di muri di tamponamento, mentre il sesto piano risultava armato e predisposto per il getto ed il settimo piano non ancora realizzato, integra un requisito ostativo al rilascio del condono, non essendo l'opera stata ultimata alla data del 1° ottobre 1983, come richiesto dalla legge n. 47 del 1985. Ai fini della concessione del condono, infatti, ricade in capo al proprietario (o al responsabile dell'abuso) l'onere di provare la data di ultimazione delle opere edilizie, dal momento che solo l'interessato può fornire inconfutabili atti, documenti ed elementi probatori che siano in grado di radicare la ragionevole certezza dell'epoca di realizzazione del manufatto. In difetto di tali prove, resta integro il potere dell'Amministrazione di negare la sanatoria dell'abuso e il suo dovere di irrogare la sanzione demolitoria. La domanda di condono, riguardando il fabbricato nella sua interezza, non è scindibile in parti singole relative a ciascun piano, anche perché la parte non realizzata - non condonabile - costituisce la parte prevalente rispetto all'intero. Inoltre, la riduzione delle superfici utili di cui alla domanda di sanatoria non può essere apprezzata in assenza dei muri di tompagno, essendo l'opera abusiva da identificare con riferimento all'unitarietà degli interventi, anche se realizzati progressivamente e in epoche diverse. Infine, il termine biennale per la formazione del silenzio-assenso non decorre nel caso in cui la domanda sia carente dei documenti necessari ad identificare compiutamente le opere oggetto della richiesta sanatoria, nonché quando non sia stata interamente pagata l'oblazione e altresì quando l'opera sia in contrasto con i vincoli di inedificabilità.

Sentenza completa

Pubblicato il 04/02/2023

N. 01203/2023REG.PROV.COLL.

N. 03132/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3132 del 2017, proposto da
((omissis)), in proprio e quale legale rappresentante della S.I.C.E. (South Investments Company Establishment), rappresentata e difesa dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio Placidi s.r.l. in Roma, via Cosseria, n. 2;

contro

Comune di Modugno, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via di ((omissis)), n. 22;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, sezione terza, 27 febbraio 2017, n. 191…

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