Il medico che redige falsi certificati medici attestanti lesioni e postumi invalidanti permanenti in favore di soggetti coinvolti in incidenti stradali inesistenti, al fine di consentire la presentazione di fraudolente denunce di sinistro a compagnie assicurative, risponde dei reati di falso ideologico in atto pubblico e truffa aggravata, in quanto la condotta è caratterizzata dalla piena consapevolezza e volontarietà di partecipare a un disegno criminoso finalizzato all'indebito arricchimento, come desumibile dalle dichiarazioni confessorie di concorrenti e dalla intrinseca natura fraudolenta delle certificazioni sanitarie redatte, le quali costituiscono la base documentale su cui si fonda l'illecita richiesta di risarcimento del danno alle compagnie assicurative. Il medico non può invocare l'assenza di elementi che dimostrino il suo stretto collegamento con gli altri concorrenti, atteso che la sua condotta è autonomamente rilevante ai fini della configurazione dei reati contestati, in quanto caratterizzata da dolo specifico e finalizzata a consentire la realizzazione di un più ampio disegno criminoso.