Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive è un atto vincolato che non richiede una specifica motivazione sulle ragioni di interesse pubblico sottese, né la comunicazione di avvio del procedimento al privato, in quanto presuppone un mero accertamento tecnico sulla consistenza delle opere realizzate e sul loro carattere abusivo. L'omessa indicazione dell'area di sedime da acquisire non costituisce motivo di illegittimità dell'ordine di demolizione, in quanto l'acquisizione rappresenta una distinta misura sanzionatoria che può essere impugnata separatamente. Inoltre, le pertinenze di un immobile abusivo ripetono dall'immobile principale la caratteristica dell'abusività, sicché anche tali opere accessorie devono essere incluse nell'ordine di demolizione. Ai fini della qualificazione di un intervento edilizio come "nuova costruzione" piuttosto che come "ristrutturazione", è necessario che il privato dimostri la legittimità degli immobili preesistenti, non essendo sufficiente la mera indicazione della loro costruzione in epoca anteriore all'entrata in vigore della c.d. "legge ponte" del 1967, atteso che l'obbligo del permesso di costruire era già previsto nel territorio del Comune di Napoli dal 1935. In assenza di tale prova, l'ampliamento di un immobile di cui non è dimostrata la regolarità edilizia deve essere considerato parimenti abusivo.