Il pubblico ufficiale che, in occasione di una trasmissione televisiva, offende la reputazione di un altro pubblico ufficiale affermando che il comando da questi diretto è retto da un comandante "inefficiente ed incapace", commette il reato di diffamazione, non potendo invocare il diritto di critica politica quando le parole offensive concernono la persona del pubblico ufficiale e non attengono a questioni di interesse pubblico. La pronuncia di espressioni ingiuriose nei confronti di un pubblico ufficiale, anche se in un contesto di dibattito politico, integra il reato di diffamazione, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mancanza di intento diffamatorio, atteso che l'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di pronunciare le espressioni offensive, a prescindere dalla finalità perseguita. La prova della pronuncia delle espressioni diffamatorie può essere raggiunta anche sulla base della deposizione della persona offesa, la cui attendibilità deve essere valutata dal giudice di merito senza vizi logici, in assenza di elementi che ne inficino la credibilità. La mancata concessione delle attenuanti generiche e la determinazione della pena, se non adeguatamente motivate, non possono essere oggetto di censura in sede di legittimità, in quanto non costituiscono motivi di ricorso per cassazione.