Il mancato adempimento di un provvedimento amministrativo legittimamente emanato dall'autorità competente per motivi di sicurezza pubblica o di igiene, nonostante l'impugnazione dello stesso, integra il reato di cui all'art. 650 c.p. e non può essere giustificato dalla mera comunicazione di una presunta revoca in autotutela, ove questa non sia stata effettivamente disposta dall'autorità emanante. L'obbligo di ottemperare ai provvedimenti dell'autorità permane fino alla loro formale caducazione, non essendo sufficiente la mera contestazione o l'annuncio di una sospensiva o revoca. Il giudice è tenuto a verificare la legittimità sostanziale e formale del provvedimento amministrativo, ma in sede di legittimità possono essere dedotti solo i vizi di cui all'art. 606 c.p.p., non potendosi far valere motivi di merito. La condanna per il reato di cui all'art. 650 c.p. comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, in assenza di elementi che escludano la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità del ricorso.