Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15091 del 13 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15091PEN

Massima

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Il reato di sottrazione di cose sottoposte a pignoramento di cui all'art. 388, commi 3 e 4, c.p. si configura a carico di chiunque abbia l'oggettiva disponibilità delle cose mobili sottoposte a pignoramento, a prescindere dalla titolarità formale della proprietà o della custodia, salva la prova contraria. Eventuali cause di nullità o inefficacia del provvedimento di pignoramento non rilevano ai fini della sussistenza del reato, qualora non intervenga una pronuncia del giudice che ne accerti la sussistenza. Il reato sussiste anche quando il soggetto abbia alienato l'azienda presso cui erano custoditi i beni pignorati prima del pignoramento stesso, in quanto la nozione di "proprietario" ai fini della configurabilità del reato è più ampia di quella civilistica, ricomprendendo chiunque abbia l'oggettiva disponibilità delle cose sottoposte al vincolo pignoratizio. La condotta tipica del reato consiste nel sottrarre o non consentire all'ufficiale giudiziario di procedere alla ricognizione e agli adempimenti necessari per la successiva vendita dei beni pignorati, a prescindere dalla titolarità formale della custodia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo Presidente del 25/03/2 -

Dott. GARRIBBA Tito Consigliere SENTE -

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. rel. Consigliere N. -

Dott. LANZA Luigi Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. FAZIO Anna Maria Consigliere N. 42727/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. GE. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2046/2008 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 15/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO PAOLO GRAMENDOLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'Ang…

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