Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34528 del 20 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:34528PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: La gravità delle modalità esecutive del reato e l'estrema pericolosità sociale dell'imputato, desumibili dalle circostanze del fatto, costituiscono elementi idonei a giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, a prescindere dalla mancata reiterazione della condotta criminosa dopo il fatto. Infatti, il pericolo di recidiva non si esaurisce nella sola reiterazione del medesimo reato, ma può riguardare anche la commissione di delitti della stessa specie, ovvero lesivi degli stessi interessi e valori tutelati dalla norma penale violata. Pertanto, il mancato contatto dell'imputato con la vittima dopo il fatto non è di per sé sufficiente a escludere le esigenze cautelari, qualora siano accertate la gravità del fatto e la concreta e attuale pericolosità sociale dell'indagato, desumibili dalle modalità e dalle circostanze della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E.M. - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/04/2018 del TRIBUNALE di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Elisabetta Maria Morosini;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. LORI Perla, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale del riesame di Catania, adito ai…

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