Cassazione penale Sez. II sentenza n. 57268 del 22 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:57268PEN

Massima

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Il dolo nel reato di danneggiamento non richiede il fine specifico di nuocere, essendo sufficiente la coscienza e volontà di danneggiare, anche se l'azione non ha lo scopo diretto di provocare il danno. Pertanto, in assenza del consenso dell'avente diritto, il comportamento del soggetto agente che danneggia una cosa altrui risulta caratterizzato dalla consapevolezza di un'azione "violenta", così integrando il dolo richiesto per il reato di cui all'art. 635 c.p. La valutazione della credibilità soggettiva e dell'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni della persona offesa dal reato rappresenta una questione di fatto rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non incorra in manifeste contraddizioni. L'aggravante di cui all'art. 625, n. 7, c.p. sussiste quando il danneggiamento riguarda cose esposte per necessità, consuetudine o destinazione alla pubblica fede, in quanto poste al di fuori dalla sfera di diretta vigilanza del proprietario e, quindi, affidate interamente all'altrui senso di onestà e di rispetto. La concessione delle attenuanti generiche non può essere data per scontata o presunta, ma necessita di specifica motivazione da parte del giudice, il quale deve indicare gli elementi che giustificano la mitigazione del trattamento sanzionatorio. Spetta all'imputato l'onere di indicare le ragioni per le quali sarebbe meritevole del beneficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria Daniela - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/01/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. COSCIONI GIUSEPPE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. VIOLA ALFREDO POMPEO, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il reato e' estinto per prescrizione.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Palermo, con…

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