Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37229 del 5 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:37229PEN

Massima

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Il metodo mafioso, fondato sull'esistenza di associazioni mafiose in una determinata zona, può qualificare l'uso del metodo mafioso anche in relazione alla condotta di un soggetto non appartenente a tali associazioni. Pertanto, ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203/1991, non è necessario un preventivo e rigoroso accertamento dell'effettiva appartenenza del soggetto agente a un sodalizio di tipo mafioso, essendo sufficiente che la sua condotta sia caratterizzata dall'utilizzo del metodo mafioso, come l'evocazione di figure criminali note per la loro caratura delinquenziale al fine di vincere le eventuali esitazioni del debitore nel pagamento del proprio debito. Inoltre, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, è sufficiente che gli indizi di colpevolezza a carico dell'indagato siano gravi, nel senso che devono essere tali da far desumere la qualificata probabilità di attribuzione all'indagato del reato contestato, senza che sia necessario un accertamento definitivo della sua responsabilità. In particolare, le dichiarazioni di credibili collaboratori di giustizia, se adeguatamente valutate e riscontrate, possono costituire un grave elemento indiziario, anche in assenza di ulteriori riscontri individualizzanti, così come le modalità della condotta posta in essere, caratterizzate da reiterati interventi con toni perentori ed evocazione di figure criminali, possono integrare gli estremi del delitto di estorsione, a prescindere dalla sussistenza di una formale appartenenza dell'indagato a un'associazione mafiosa. Infine, la sussistenza di esigenze cautelari, anche in assenza di elementi idonei a vincere la presunzione di cui all'art. 275, comma 3 c.p.p., può essere desunta dalla gravità dei fatti contestati e dalla loro matrice mafiosa, elementi tali da rendere concreto il pericolo di reiterazione di reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 618/2013 TRIB. LIBERTA' di MESSINA, del 27/07/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

lette le conclusioni del PG Dott. SCARDACCIONE Eduardo il quale ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale del riesame di Messina, con ordinanza del 27 luglio 2013, rigettava la richiesta di riesame proposta…

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