Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4421 del 30 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:4421PEN

Massima

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Il condannato per reato ostativo di cui all'art. 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario, che non abbia prestato collaborazione con l'autorità giudiziaria ai sensi dell'art. 58-ter della medesima legge, non può accedere ai benefici penitenziari alternativi alla detenzione, in quanto la mancata collaborazione costituisce un requisito ostativo espressamente previsto dalla legge. Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza del condannato, deve verificare la sussistenza di tale presupposto, non essendo sufficiente il mero riconoscimento di responsabilità o il positivo profilo soggettivo del richiedente. L'accesso ai benefici penitenziari alternativi è, infatti, subordinato al rispetto di specifici requisiti di legge, tra i quali la collaborazione con l'autorità giudiziaria, la cui assenza determina l'inammissibilità della richiesta, a prescindere da ogni altra valutazione sulla personalità del condannato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. BIANCHI Miche - Rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 11/04/2017 del TRIB. SORVEGLIANZA di BRESCIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto la dichiarazione di inammissibiliota' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1.Con ordinanza in data 11.4.2017 il Tribunale di sorveglianza di Brescia ha respinto la istanza presentata da (OMISSIS) e avente ad oggetto la concessione delle misure alternativ…

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