Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12556 del 20 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:12556PEN

Massima

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Il diritto di critica nei confronti di un professionista, quale l'avvocato, trova il suo limite nel divieto di formulare accuse generiche e gratuite che ledano ingiustificatamente la reputazione e il prestigio dello stesso. Affinché la critica sia legittima, essa deve essere fondata su fatti specifici e dimostrabili, funzionali alla tutela di un proprio diritto, senza eccedere in espressioni offensive e ingiuriose. Il giudice è tenuto a verificare la sussistenza di tali requisiti, valutando se le accuse mosse, ancorché generiche, abbiano un effettivo fondamento e siano proporzionate all'interesse del denunciante. Diversamente, l'attribuzione generica di violazioni deontologiche o di condotte scorrette, senza alcuna giustificazione, integra gli estremi della diffamazione, essendo idonea a ledere ingiustificatamente la reputazione del professionista.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) parte civile;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/10/2017 del GIUDICE DI PACE di BOLZANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE ANTONIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. EPIDENDIO TOMASO, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
udito il difensore di parte civile, avv. (OMISSIS) in so…

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