Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24122 del 9 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:24122PEN

Massima

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Il pericolo di recidiva, quale presupposto per l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto non solo dai precedenti penali dell'indagato, ma anche da comportamenti o atti concreti posti in essere dallo stesso, ivi compresi eventuali carichi pendenti per reati della stessa specie, in quanto indicativi di una personalità proclive a commettere fatti della medesima natura. Pertanto, la valutazione del pericolo di recidiva deve essere effettuata in concreto, tenendo conto delle modalità e della gravità del fatto, nonché della capacità di autocontrollo e della pericolosità soggettiva dell'indagato, desumibili anche dalla pendenza di altri procedimenti penali a suo carico. Ciò, senza che ciò contrasti con il principio della presunzione di non colpevolezza, in quanto la valutazione della personalità dell'accusato non implica un giudizio sulla sua colpevolezza, ma solo un apprezzamento di elementi obiettivi e concreti, idonei a fondare il pericolo di reiterazione della condotta criminosa. Inoltre, in relazione ai reati per i quali è prevista la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, tale misura può essere ritenuta proporzionata anche in assenza di specifici elementi favorevoli all'applicazione di una misura meno afflittiva, qualora gli elementi acquisiti, come le modalità e la gravità del fatto, nonché la personalità dell'indagato, non consentano di superare la presunzione di adeguatezza della massima misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NOVIK ((omissis)) - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 2867/2015 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 19/10/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis))A SARACENO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 30 ottobre 2015 il Tribunale di Roma, costituito ai sensi dell'articolo 309 c.p.p., confermava l'ordinanza emessa il 30 settembre 2015 con cui il G…

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