Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23542 del 30 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:23542PEN

Massima

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Il dolo diretto nell'omicidio volontario si desume dalle modalità dell'azione, dalla circostanza che l'imputato si era procurato l'arma la mattina del fatto e che, dopo essere stato seguito dalle vittime, si era recato armato in piazza per attenderle. L'esclusione della legittima difesa (anche putativa) e della provocazione è giustificata dalla mancanza di riscontri circa l'armamento delle vittime e dalla constatazione che l'imputato, anziché recarsi a casa o dai Carabinieri, aveva aspettato le vittime in piazza imbracciando il fucile e facendo fuoco, senza che vi fosse una minaccia attuale e senza che la reazione fosse proporzionata. Il diniego delle attenuanti generiche è motivato dalla gravità della condotta, dalla fredda lucidità di programmazione e dal fatto che l'imputato non aveva esitato a ricaricare l'arma per sparare il colpo fatale. La pena, seppur superiore al minimo edittale, è stata determinata in modo adeguato e congruo, tenendo conto dei criteri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

Dott. GALATI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/04/2021 della CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIORGIO POSCIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore TOCCI STEFANO, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' dei ricorsi.
L'avv. (OMISSIS) conclude chiedendo la conferma della sentenza impugnata, deposita conclusioni e nota spese;
L'a…

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