Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da attività sportiva a luogo di culto o centro religioso, anche in assenza di opere edilizie, è soggetto a permesso di costruire ai sensi dell'art. 52, comma 3-bis, della legge regionale n. 12/2005. Tuttavia, tale disciplina non si applica agli immobili destinati a sedi di associazioni, società o comunità di persone le cui finalità statutarie o aggregative siano da ricondurre alla religione, all'esercizio del culto o alla professione religiosa, quali sale di preghiera, scuole di religione o centri culturali, in quanto rientranti nella previsione di cui all'art. 71, comma 1, lettera c-bis, della medesima legge regionale, introdotta successivamente all'adozione degli atti impugnati. Pertanto, in assenza di una dimostrata incompatibilità urbanistica o di specifiche ragioni di tutela della pubblica incolumità, non è legittimo l'ordine di ripristino dello stato dei luoghi originario, emesso nei confronti di un'associazione culturale di musulmani praticanti che utilizzi l'immobile per attività compatibili con le finalità statutarie.