Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciarsi sul ricorso proposto da una dipendente regionale per il riconoscimento del diritto all'inquadramento in un livello superiore, ha affermato che l'azione volta all'accertamento di tale diritto è inammissibile, in quanto la materia dell'inquadramento nel pubblico impiego si connota per la presenza di atti autoritativi, con la conseguenza che ogni pretesa al riguardo, in quanto radicata su posizioni di interesse legittimo, può essere azionata solo mediante la tempestiva impugnazione dei provvedimenti che si assumano illegittimamente incidenti su tali posizioni. Inoltre, il Tribunale ha rilevato che l'azione risulta comunque decaduta ai sensi dell'art. 69, comma 7, del d.lgs. n. 165/2001, il quale prevede che le controversie relative a questioni attinenti al periodo del rapporto di lavoro antecedente al 30 giugno 1998 restano attribuite alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, ma devono essere proposte, a pena di decadenza, entro il 15 settembre 2000. Nel caso di specie, essendo l'evento lesivo lamentato dalla ricorrente risalente al 1991, la relativa azione avrebbe dovuto essere proposta entro il termine di decadenza del 15 settembre 2000, termine ampiamente superato. Il Tribunale ha quindi ritenuto che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, in quanto la pretesa della ricorrente, ancorché radicata su posizioni di interesse legittimo, avrebbe dovuto essere fatta valere mediante l'impugnazione tempestiva dei provvedimenti di inquadramento, e non attraverso un'autonoma azione di accertamento del diritto, la quale è inammissibile secondo l'orientamento giurisprudenziale consolidato. Inoltre, la controversia risulta decaduta per il mancato rispetto del termine di decadenza di cui all'art. 69, comma 7, del d.lgs. n. 165/2001.