Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 50415 del 12 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:50415PEN

Massima

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Il reato di abuso di ufficio di cui all'art. 323 c.p. è un reato di danno che richiede l'accertamento di un ingiusto vantaggio patrimoniale o di un ingiusto danno, oltre alla prova dell'intenzionalità di tali effetti da parte dell'agente. Pertanto, in assenza di elementi idonei a dimostrare l'effettiva sussistenza di un ingiusto vantaggio patrimoniale o di un ingiusto danno, non può ritenersi integrato il reato di abuso di ufficio, neppure nella forma del tentativo, in quanto manca la prova dell'intenzionalità della condotta dell'agente diretta al perseguimento di tali finalità illecite. Inoltre, la mera violazione delle norme che presiedono alla regolarità della procedura di verifica della corretta esecuzione dell'appalto non è sufficiente a integrare il requisito della "doppia ingiustizia" richiesto per la configurabilità del reato di abuso di ufficio, essendo necessario che il risultato della condotta corrisponda di per sé ad una situazione antigiuridica, a prescindere dal mezzo utilizzato. Infine, la mancata indicazione di un termine di durata della misura cautelare personale dell'obbligo di dimora, disposta in aggiunta alla misura interdittiva, determina la caducazione di tale misura per legge, in quanto viola l'obbligo di cui all'art. 292, comma 2, lett. d), c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 05/06/2019 emessa dal Tribunale di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMOROSO Riccardo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, il Tribunale per il riesame di Palermo, in rifor…

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