La circostanza attenuante speciale della dissociazione di cui all'art. 8 del d.l. n. 152 del 1991, convertito con modificazioni dalla l. n. 203 del 1991, opera esclusivamente in relazione ai reati per i quali l'imputato abbia effettivamente prestato la propria collaborazione con la giustizia, purché tale contributo risulti decisivo per la ricostruzione dei fatti e l'individuazione dei responsabili. Il giudice è tenuto a valutare concretamente l'utilità e la decisività delle dichiarazioni rese dall'imputato, senza poter operare valutazioni discrezionali sulla gravità del reato o sulla capacità a delinquere dell'imputato. Pertanto, il diniego dell'attenuante non può fondarsi sulla mera considerazione che il quadro probatorio fosse già sufficientemente delineato, senza un'adeguata valutazione del contenuto e dell'apporto conoscitivo delle dichiarazioni rese dall'imputato collaborante, specie quando queste risultino rilevanti ai fini dell'accertamento del movente e della individuazione di ulteriori concorrenti nel reato.