Il provvedimento amministrativo adottato dall'autorità competente per il contenimento dell'inquinamento atmosferico, che impone limitazioni alla circolazione veicolare, deve essere proporzionato e ragionevole rispetto agli obiettivi di tutela ambientale perseguiti, contemperando adeguatamente gli interessi pubblici e privati coinvolti. L'amministrazione, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, è tenuta a valutare con attenzione gli effetti concreti del provvedimento, anche in termini di impatto economico e sociale sulle attività produttive e commerciali interessate, al fine di adottare misure che, pur efficaci nel raggiungimento degli scopi di tutela ambientale, risultino il meno possibile gravose per i destinatari. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità dell'atto, verifica la correttezza di tale bilanciamento degli interessi, annullando il provvedimento qualora ritenga che l'amministrazione non abbia adeguatamente considerato e ponderato gli effetti pregiudizievoli sulle attività economiche, in assenza di una motivazione che ne giustifichi la prevalenza rispetto agli interessi privati coinvolti. Il principio di proporzionalità, quale corollario del buon andamento e dell'imparzialità dell'azione amministrativa, impone all'autorità di adottare misure idonee, necessarie e proporzionate al raggiungimento degli obiettivi di interesse pubblico, evitando di imporre sacrifici eccessivi e sproporzionati agli amministrati.