Il Comune, nell'ambito della propria discrezionalità pianificatoria, può destinare a parcheggio pubblico un'area pertinenziale privata, anche se utilizzata come parcheggio privato, purché tale scelta non sia affetta da macroscopica illogicità o errore di fatto. Infatti, i parcheggi pubblici, previsti dall'art. 41-quinquies della L. n. 1150/1942 e disciplinati dal D.M. 1444/1968, hanno la funzione di consentire un ordinato sviluppo del territorio e alleviare il carico urbanistico, in aggiunta ai parcheggi privati pertinenziali di cui all'art. 41-sexies della medesima legge. Pertanto, la destinazione di un'area privata a parcheggio pubblico non è di per sé illegittima, qualora risulti necessaria per soddisfare la domanda di parcheggio degli estranei che intendono frequentare le aree residenziali, anche in assenza di un titolo edilizio che ne riconosca la natura privata. Il Giudice Amministrativo può sindacare tali scelte urbanistiche solo in caso di errore di fatto o macroscopica illogicità, non essendo altrimenti ammesso un sindacato di merito sulle valutazioni discrezionali dell'Amministrazione.