Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20729 del 21 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20729PEN

Massima

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Il soggetto che, pur non avendo materialmente falsificato un documento, ne faccia uso consapevole della sua falsità, risponde del reato di falsità in scrittura privata di cui all'art. 485 c.p. e non del più lieve reato di uso di atto falso di cui all'art. 489 c.p. Ciò in quanto il reato di cui all'art. 489 c.p. presuppone l'avvenuta consumazione del delitto di falsità in scrittura privata, mentre nel caso in cui l'utilizzatore sia consapevole della falsità del documento, egli concorre nella realizzazione del reato di cui all'art. 485 c.p. Pertanto, qualora il soggetto che utilizza la scrittura privata falsa non sia in grado di indicare la provenienza del documento o la persona che gliel'abbia consegnato, e tale scrittura risulti funzionale al suo esclusivo interesse, si deve presumere, fino a prova contraria, che egli ne sia consapevole della falsità e debba quindi rispondere del reato di falsità in scrittura privata di cui all'art. 485 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3325/2012 CORTE APPELLO di ROMA, del 19/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. ((omissis)), ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

Per il ricorrente e' presente l'Avvocato (OMISSIS), il …

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