Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41410 del 6 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:41410PEN

Massima

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Il possesso di oggetti atti ad offendere, pur essendo in linea di principio vietato dalla legge, può essere giustificato dalla necessità di difesa personale, qualora il soggetto dimostri di aver subito in precedenza concreti pericoli di aggressione e di aver agito per tutelare la propria incolumità. Tuttavia, tale giustificazione non opera in presenza di un pericolo meramente generico o astratto, essendo necessario che il soggetto provi l'esistenza di un concreto e attuale pericolo di aggressione. Inoltre, ai fini della valutazione della lieve entità del fatto, il giudice deve tenere conto non solo della natura e della quantità degli oggetti detenuti, ma anche del fatto che gli stessi non siano stati concretamente utilizzati e della personalità del soggetto. Infine, il reato di porto di oggetti atti ad offendere si estingue per prescrizione, decorso il termine previsto dalla legge, anche qualora il giudice non ritenga sussistenti i presupposti per l'assoluzione nel merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. SE. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01/02/2007 CORTE APPELLO di BRESCIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per la estinzione per intervenuta prescrizione del reato contestato.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

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