Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La parte civile costituita nel processo penale, anche dopo le modifiche introdotte dalla Legge n. 46 del 2006 all'art. 576 c.p.p., conserva il diritto di impugnare con l'appello, agli effetti della responsabilità civile, la sentenza di proscioglimento pronunciata nel giudizio di primo grado. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto dalla parte civile avverso una sentenza di proscioglimento, che contenga anche censure relative al vizio di motivazione, non può essere presentato per saltum, ma deve essere qualificato come appello e trasmesso alla competente Corte di Appello, ai sensi dell'art. 569, comma 3, c.p.p. Ciò in quanto, secondo l'insegnamento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, la parte civile mantiene la facoltà di impugnare la sentenza di proscioglimento, agli effetti della responsabilità civile, anche dopo le modifiche legislative che hanno escluso tale possibilità per il pubblico ministero. Tale interpretazione, volta a salvaguardare il diritto di difesa della parte civile, costituisce un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, che si pone a tutela delle prerogative della parte civile nel processo penale e del suo diritto di veder accertata la responsabilità civile dell'imputato, a prescindere dall'esito del giudizio penale.