Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15011 del 1 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15011PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale può essere revocato quando vengono meno le esigenze cautelari che ne avevano giustificato l'adozione, determinando così la cessazione dell'interesse del ricorrente all'impugnazione. In tal caso, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, senza condannare il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria, trattandosi di circostanza non imputabile allo stesso. La revoca di una misura cautelare personale, intervenuta prima della decisione della Corte di Cassazione sul ricorso, determina la cessazione dell'interesse del ricorrente all'impugnazione, comportando la declaratoria di inammissibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, senza addebito delle spese processuali e della sanzione pecuniaria a carico del ricorrente, in quanto circostanza non imputabile allo stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. CONTI Giovan - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanue - Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 905/2013 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 26/11/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. FODARONI che ha chiesto dichiararsi inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

OSSERVA

1. Il Tribunale della Liberta' di Lecce, con ordinanza del 26 novembre 2013 respingeva la richiesta di riesame avanzata nell'in…

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