Il giudice di legittimità, in presenza della revoca della misura cautelare disposta nei confronti dell'indagato, ritiene inammissibile il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di riesame che aveva parzialmente accolto l'appello dell'indagato, in quanto viene meno l'interesse concreto ed attuale dell'indagato alla decisione sul merito del ricorso. Ciò in applicazione del principio generale di cui all'art. 591, comma 1, lett. a), c.p.p., secondo cui il ricorso è inammissibile quando è venuto meno l'interesse alla decisione. La Corte chiarisce che l'interesse dell'indagato a ottenere una pronuncia sulla legittimità della misura cautelare revocata non può presumersi, ma deve essere dedotto e valutato dal giudice nella sua concretezza ed attualità, non essendo sufficiente il generico riferimento alla possibilità di utilizzare la pronuncia ai fini della richiesta di equa riparazione per ingiusta detenzione. L'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse non comporta, tuttavia, l'applicazione della sanzione pecuniaria di cui all'art. 616 c.p.p.