Cassazione penale Sez. II sentenza n. 53047 del 14 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:53047PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata e continuata in danno dell'INPS, consistente nell'indebita percezione di indennità di disoccupazione sulla base di un fittizio rapporto di lavoro, può essere provato anche in assenza di una perizia calligrafica, qualora vi siano altri elementi probatori decisivi, come l'identità della firma dell'imputata sulle domande di disoccupazione fasulle e la prova dell'effettivo incasso delle indennità indebitamente percepite, emergente dai tabulati INPS. L'imputato che abbia scelto il rito abbreviato non può poi lamentare la mancata effettuazione di un mezzo istruttorio non richiesto, la cui esito sarebbe comunque incerto. La declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende, commisurata all'effettivo grado di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/05/2015 della Corte di Appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dott. SGADARI Giuseppe;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GALLI Massimo, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte d…

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