La partecipazione ad associazioni criminali di stampo mafioso e finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti è configurabile sulla base di gravi indizi di colpevolezza desumibili dalle dichiarazioni convergenti di collaboratori di giustizia e persone offese, riscontrate da plurimi elementi investigativi come intercettazioni, servizi di osservazione, videosorveglianze e sequestri. I singoli sodali possono essere ritenuti partecipi del sodalizio in virtù di condotte continuative e interscambiabili, quali la custodia e lo spostamento della droga, la riscossione di denaro proveniente da attività illecite, l'esercizio di attività di vedetta e spaccio al dettaglio, nonché l'utilizzo di una cassa comune e di una base logistica condivisa. Tali elementi, unitamente alla prova della consapevolezza e volontarietà del contributo causale fornito dai singoli affiliati al mantenimento e alla realizzazione degli scopi criminosi del gruppo, integrano gravi indizi di partecipazione all'associazione, anche in assenza di ruoli apicali o di specifici compiti organizzativi. Nei reati associativi di cui agli artt. 416-bis c.p. e 74 DPR 309/1990, sussiste la doppia presunzione di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p., superabile solo con la prova della rescissione dei legami con l'associazione, non essendo richiesto un giudizio sull'attualità delle esigenze cautelari.