Il giudice di legittimità, nel valutare la sentenza di appello impugnata, rileva che la motivazione risulta carente e lacunosa, in particolare in relazione all'individuazione della condotta dell'imputato che avrebbe cagionato le lesioni alla persona offesa, nonché in merito alla mancata riqualificazione del reato di danneggiamento in quello di "ragion fattasi" ai sensi dell'art. 393 c.p. La Corte di Cassazione afferma che la sentenza di appello non ha fornito adeguata risposta alle specifiche doglianze difensive, limitandosi ad affermazioni assertive e prive di un'effettiva valutazione del materiale probatorio. Inoltre, la Corte rileva che la motivazione sulla esclusione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto) appare meramente di stile, senza una concreta argomentazione. Pertanto, la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello, affinché proceda ad un nuovo giudizio, colmando le lacune motivazionali evidenziate e valutando adeguatamente le questioni sollevate dalla difesa, in particolare in merito alla possibile riqualificazione del reato di danneggiamento in quello di "ragion fattasi".