Il furto consumato si configura quando l'agente si impossessa di beni altrui, sottraendoli dal luogo in cui si trovano, senza che sia necessario l'intervento degli operanti per interrompere l'azione delittuosa, essendo sufficiente che gli stessi abbiano constatato la sottrazione dei beni da parte dell'imputato. La qualificazione del fatto come furto consumato non è inficiata dalla circostanza che gli agenti avrebbero potuto intervenire in qualsiasi momento per impedire la consumazione del reato, in quanto ciò non integra gli estremi del tentativo, atteso che la sottrazione dei beni si è già perfezionata. Pertanto, il furto si considera consumato nel momento in cui l'agente si impossessa dei beni altrui, indipendentemente dall'eventuale intervento delle forze dell'ordine, purché sia accertato che l'imputato abbia effettivamente sottratto i beni dal luogo in cui si trovavano. La configurabilità del furto consumato non è esclusa dalla mera possibilità, da parte degli operanti, di intervenire per interrompere l'azione delittuosa, essendo sufficiente che essi abbiano constatato l'avvenuta sottrazione dei beni da parte dell'imputato.