Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da Enel Distribuzione S.p.A. contro il Comune di Sedini, ha affermato il principio secondo cui il canone patrimoniale non ricognitorio imposto dal Comune per l'attraversamento e l'occupazione della rete stradale comunale da parte di reti e infrastrutture di servizi pubblici non è legittimamente esigibile quando tale utilizzo del sottosuolo stradale non impedisca o limiti in alcun modo la fruizione pubblica della sede viaria. Ciò in quanto il complesso normativo del Codice della strada, finalizzato all'interesse generale della circolazione, non può legittimare l'imposizione di un canone coattivo per un presupposto - l'utilizzo del sottosuolo stradale - che non incide sulla piena e generale fruizione pubblica della risorsa stradale. Di conseguenza, il Tribunale ha accolto il ricorso annullando la delibera comunale che aveva istituito il canone patrimoniale non ricognitorio e il relativo regolamento, mentre ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in relazione all'impugnazione dell'avviso di pagamento del canone, rimettendo la relativa questione alla cognizione del giudice ordinario.