Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45000 del 24 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45000PEN

Massima

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Il delitto di calunnia si configura quando l'agente, consapevole dell'innocenza della persona incolpata, presenta una querela o denuncia nei suoi confronti, a prescindere dall'esito successivo della remissione di querela. L'elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza dell'innocenza della persona incolpata, deve essere valutato dal giudice sulla base di un esame completo ed approfondito delle risultanze processuali, senza che la successiva remissione di querela possa incidere su tale accertamento. La valutazione della prova rientra nella esclusiva competenza del giudice di merito e non può essere sindacata in sede di legittimità, se sorretta da motivazione congrua e logica. I termini di prescrizione del reato di calunnia sono determinati in base alla normativa vigente al momento della commissione del fatto, senza che possano trovare applicazione eventuali modifiche legislative successive. La condanna alle spese processuali e ad una somma in favore della cassa delle ammende consegue all'inammissibilità del ricorso per cassazione, qualora non emergano ragioni per escludere la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VE. Fi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 30/1/07 della Corte di Appello di Messina;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere, Dr. ROTUNDO Vincenzo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. VE. Fi. ricorre per c…

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