Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19288 del 7 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19288PEN

Massima

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La confisca di prevenzione patrimoniale presuppone l'accertamento concreto e puntuale della pericolosità sociale del proposto al momento dell'acquisizione dei beni da sottoporre a confisca, non essendo sufficiente la mera deduzione di precedenti penali o di un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. È necessario che la motivazione del provvedimento di confisca evidenzi il nesso temporale tra il periodo in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto e l'acquisizione dei beni da sottoporre a confisca, non potendosi prescindere da tale accertamento incidentale, il quale costituisce un elemento essenziale e indefettibile della fattispecie che legittima l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale. L'omissione di tale motivazione integra una violazione di legge che comporta l'annullamento del provvedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E.M. - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 09/04/2018 della CORTE di APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Elisabetta Maria Morosini;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Ceniccola Elisabetta, che ha concluso chiedendo di dichiarare il ricorso inammissibile con ogni conseguente statuizione.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto impugnato la C…

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