Il diniego di autorizzazione alla ristrutturazione totale di un impianto di distribuzione carburanti, in contrasto con la normativa urbanistica vigente che destina l'area a verde pubblico, è legittimo, salvo che l'amministrazione comunale non convochi preventivamente una conferenza di servizi decisoria ai sensi dell'art. 87, comma 2, della L.R. Lombardia n. 6/2010, al fine di acquisire i pareri e le valutazioni di tutte le amministrazioni competenti, anche in relazione alla possibilità di apportare modifiche al progetto o di adeguare gli strumenti urbanistici, al fine di consentire la realizzazione dell'intervento richiesto. Ove l'amministrazione comunale, all'esito della conferenza di servizi, confermi il diniego, tale provvedimento sarà legittimo in quanto conforme agli strumenti urbanistici vigenti, che prevedono la destinazione dell'area a verde pubblico e vietano l'insediamento di nuovi impianti di distribuzione carburanti o la ristrutturazione totale di quelli esistenti. Tuttavia, il mancato esperimento della conferenza di servizi determina l'illegittimità del provvedimento di diniego, in quanto viola il procedimento previsto dalla legge regionale di settore. Inoltre, le eventuali censure avverso le previsioni urbanistiche che ostano alla realizzazione dell'intervento sono da ritenersi tardive e quindi irricevibili, in quanto riferite a disposizioni aventi chiaro e immediato valore precettivo e vincolante, la cui impugnazione doveva essere proposta entro il termine di decadenza previsto dalla legge. Infine, la mancata definizione del procedimento attraverso la conferenza di servizi non consente di stabilire l'an e il quantum della domanda risarcitoria, ivi compresa l'eventuale sussistenza e quantificazione del danno da ritardo, fermo restando che il mancato esperimento entro i termini di decadenza degli strumenti di tutela previsti avverso il PGT esclude il risarcimento dei danni eventualmente derivanti da tale atto.