Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13903 del 30 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13903PEN

Massima

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In tema di custodia cautelare in carcere per il delitto di associazione di tipo mafioso, l'art. 275, comma 3, c.p.p. pone una presunzione semplice di sussistenza delle esigenze cautelari, la quale può essere superata solo attraverso la prova concreta e significativa dell'effettivo superamento del vincolo associativo e della conseguente cessazione dello stato di pericolosità sociale dell'indagato. Pertanto, la mera allegazione di elementi attinenti alla situazione familiare e lavorativa dell'indagato, in assenza di tali prove, non è sufficiente a escludere l'esistenza delle esigenze cautelari, considerata la nota capacità dell'organizzazione mafiosa di fornire appoggio e copertura ai latitanti. Inoltre, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è sufficiente la sussistenza di una sola delle esigenze cautelari previste dall'art. 274 c.p.p. (pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio), senza che sia necessaria la concorrenza di tutte e tre.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. RA. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 24/07/2008 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. Galati Giovanni il quale ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

PREMESSO IN FATTO

- che il Tribunale di Palermo, costituito ex articolo 309 c.p.p., con ordinanza deliberata il 24 luglio 2008, ha rigettato l'istanza di riesa…

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