Cassazione civile Sez. Unite ordinanza n. 9283 del 25 giugno 2002

ECLI:IT:CASS:2002:9283CIV

Massima

Massima ufficiale
Con riguardo alla composizione della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, della quale fanno parte (nel vigore della disciplina anteriore alla riforma introdotta con la legge 28 marzo 2002, n. 44) nove componenti effettivi e sei supplenti, non è manifestamente infondata, in riferimento agli artt. 3, 24 e 111 della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale degli artt. 4 e 6 della legge 24 marzo 1958, n. 195 e succ. modif., nella parte in cui non consentono la sostituzione dei componenti effettivi in posizione d'incompatibilità allorchè il numero degli stessi sia superiore a quello dei sei supplenti, così precludendo che, in sede di rinvio, il giudizio disciplinare sia affidato, in applicazione della regola discendente dall'art. 61 cod. proc. pen. 1930, ad un collegio integralmente diverso da quello che ebbe a pronunciare la decisione annullata dalle Sezioni Unite; tali norme infatti - attribuendo all'interesse al funzionamento dello speciale organo giurisdizionale, istituito in attuazione dell'art. 105 della Costituzione, un rango assoluto, senza operare alcun bilanciamento con altri beni costituzionalmente protetti, la cui tutela risulta rafforzata anche da obblighi internazionali - comprimono irragionevolmente il diritto fondamentale del magistrato sottoposto a procedimento disciplinare di essere giudicato da un giudice terzo ed imparziale, in contrasto con il principio di eguaglianza, sotto il profilo sia della disparità di trattamento con altri procedimenti giurisdizionali, sia dell'irrazionalità intrinseca, venendo negato il diritto all'imparzialità - terzietà del giudice, all'interno dello stesso procedimento dinanzi alla sezione disciplinare, proprio là dove l'incompatibilità riguardi un numero maggiore di componenti della sezione medesima.

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