Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di titolo, afferma il principio secondo cui: 1) Non è ammissibile una valutazione atomistica degli interventi edilizi, quando gli stessi facciano parte di un disegno sostanzialmente unitario di realizzazione di una determinata complessiva opera, risultante priva di titolo. Pertanto, deve necessariamente predicarsene una valutazione unitaria sintetica e complessiva, in quanto divenute parti di un più ampio quadro di illecito sostanzialmente unitario dal quale attingono il medesimo regime giuridico di illegittimità. 2) L'intervento realizzato, consistente non solo nella sostituzione della copertura ma anche nella realizzazione di un nuovo solaio di copertura con travi in ferro e tavelloni in laterizi, per una superficie di circa 30 mq. e con piano di calpestio posto a quota di mt. 0,75, configura un intervento di "nuova costruzione" di cui all'art. 3, comma 1, lett. e) del D.P.R. n. 380 del 2001, che comporta una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio mediante la creazione di nuovi volumi e superfici, e pertanto necessita di permesso di costruire e, in quanto realizzato in zona vincolata, di autorizzazione paesaggistica. 3) In presenza di opere realizzate in zone vincolate in assenza dei relativi titoli abilitativi, l'amministrazione comunale ha il potere-dovere di adottare provvedimenti di demolizione ai sensi dell'art. 27, comma 2 del D.P.R. n. 380 del 2001, al fine di ripristinare la legalità violata dall'intervento edilizio non autorizzato, a prescindere dal titolo edilizio ritenuto più idoneo e corretto per realizzare l'intervento. 4) I provvedimenti repressivi degli abusi edilizi non devono essere preceduti dalla comunicazione di avvio del procedimento, attesa la loro natura vincolata e la doverosità della sanzione di legge per le opere realizzate in assenza di titolo.