Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39391 del 23 agosto 2017

ECLI:IT:CASS:2017:39391PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve effettuare una prognosi sulla pericolosità sociale del condannato, tenendo conto della gravità del reato commesso, dei precedenti penali, della condotta tenuta dopo il fatto e della concreta possibilità di un percorso rieducativo e risocializzante. Pur in presenza di elementi favorevoli, come l'età avanzata e le condizioni psicologiche del soggetto, il giudice può legittimamente negare l'affidamento in prova al servizio sociale qualora ritenga che tale misura non sia idonea a prevenire il pericolo di recidiva, in ragione di fattori come la recente commissione di reati, l'atteggiamento di disinteresse per il procedimento di sorveglianza e l'assenza di iniziative risarcitorie o di resipiscenza. In tali casi, il giudice può comunque concedere la detenzione domiciliare, quale misura alternativa meno ampia ma più contenitiva e controllabile, adeguatamente modulata in relazione alle condizioni personali del condannato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 15/07/2015 del Tribunale di sorveglianza di Genova;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TARDIO Angela;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente alle spese del grado.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribu…

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