Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23238 del 4 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23238PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico commesso da un privato cittadino, attraverso la presentazione di documentazione sanitaria contraffatta al fine di ottenere indebitamente un'indennità di accompagnamento, integra il reato di falso in atto pubblico in concorso con il reato di truffa aggravata. La mancata effettuazione della visita medica attestata nel verbale falso, unita alla circostanza che il privato cittadino fosse l'unico interessato alla contraffazione e l'unica fonte da cui i pubblici ufficiali potessero aver appreso le generalità riportate nel documento, costituiscono elementi idonei a provare il concorso del privato nel reato di falso. La presentazione della documentazione contraffatta integra altresì il reato di truffa aggravata, in quanto artificio e raggiro idoneo a indurre in errore la pubblica amministrazione e a conseguire indebitamente l'indennità di accompagnamento, in assenza dei presupposti di legge per la sua concessione. Il verbale di visita medica per la concessione di un'indennità, tenuto conto dell'attribuzione legale in via esclusiva alle commissioni mediche dei relativi accertamenti sanitari, costituisce atto pubblico che fa fede fino a querela di falso, non potendosi configurare l'ipotesi di falso in atto non fidefacente. L'inammissibilità dei motivi di ricorso relativi all'affermazione di responsabilità per i reati di falso e truffa preclude l'esame di eventuali profili di intervenuta prescrizione, non specificamente eccepiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. ZAZA C. - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 09/04/2013 della Corte d'Appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso e la correzione della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

Con la sentenza impugnata veni…

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