Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43592 del 2 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:43592PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., si configura quando un soggetto privato attesta falsamente in un atto pubblico di essere in regola con gli obblighi assicurativi previsti per legge, anche se l'erronea indicazione nell'intestazione della sentenza di un diverso reato, come l'art. 478 c.p., non determina una violazione del diritto di difesa o del contraddittorio, essendo l'imputato giudicato esclusivamente per il reato di cui all'art. 483 c.p. Il controllo di legittimità della Corte di Cassazione sulla motivazione si limita a verificare se questa sia logica e coerente, senza poter sindacare la plausibilità e adeguatezza dell'interpretazione delle prove, riservata al giudice di merito. Pertanto, il rigetto del ricorso per cassazione determina la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/06/2017 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GERARDO SABEONE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SALZANO FRANCESCO che ha concluso chiedendo il rigetto;
udito il difensore avv. Cenciotti Daniela.
LA DIFESA SI RIPORTA AL RICORSO
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Catanzaro, con sentenza …

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