Il provvedimento amministrativo, anche se astrattamente viziato, conserva la sua efficacia giuridica fino a quando non sia stato annullato o revocato dall'autorità competente, in conformità alle norme che disciplinano l'esercizio del potere di autotutela. Pertanto, l'amministrazione non può negare l'assenso alla ripresa di lavori edilizi autorizzati con precedente concessione, sulla base di meri rilievi di illegittimità di tale concessione, senza aver previamente avviato il relativo procedimento di annullamento d'ufficio. L'efficacia esecutiva del provvedimento amministrativo costituisce un principio generale dell'ordinamento, che impedisce all'amministrazione di paralizzare unilateralmente l'esecuzione di un atto legittimamente emanato, salvo l'esercizio dei poteri di autotutela nei termini e con le modalità previste dalla legge. Inoltre, la sospensione dei lavori per iniziativa dell'autorità giudiziaria, seguita dal successivo dissequestro dell'area, comporta l'automatica proroga del termine di efficacia della concessione edilizia, senza necessità di una specifica istanza dell'interessato, in applicazione dell'art. 15, comma 2-bis, del d.P.R. n. 380/2001, introdotto nel 2014, che ha recepito l'orientamento giurisprudenziale consolidato in materia. Pertanto, l'amministrazione comunale non può negare l'assenso alla ripresa dei lavori sulla base di rilievi di illegittimità della concessione edilizia, senza aver previamente avviato il relativo procedimento di annullamento, e deve riconoscere la proroga automatica del termine di efficacia della concessione, in ragione del periodo di sospensione determinato dal sequestro penale del cantiere.