La convenzione urbanistica stipulata tra il privato e il Comune non costituisce un contratto a prestazioni corrispettive, ma rappresenta un atto unilaterale con cui il privato si obbliga ad eseguire determinate opere di urbanizzazione primaria e secondaria, anche se il costo effettivo di tali opere risulti superiore agli oneri tabellari previsti dalla legge. Pertanto, il privato non ha diritto di chiedere al Comune la restituzione della differenza tra il costo effettivo delle opere realizzate e gli oneri di urbanizzazione dovuti, in quanto la normativa regionale consente espressamente al Comune di richiedere il pagamento di una somma commisurata al costo effettivo delle opere di urbanizzazione, anche se superiore agli oneri tabellari. La convenzione urbanistica ha lo scopo di precisare gli obblighi che il privato si assume unilateralmente, in adempimento di una disposizione normativa e in conformità agli strumenti urbanistici, senza che sussista alcun vincolo di sinallagmaticità tra le prestazioni del privato e quelle del Comune. Pertanto, ogni incremento del costo effettivo delle opere realizzate dal privato non assume alcuna rilevanza nell'economia della convenzione, né è previsto nella stessa un metodo di contabilizzazione di tali costi e di conguaglio al termine dei lavori.