Il diniego dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico di rilasciare il parere di compatibilità paesaggistica ai sensi della legge n. 308/2004 è legittimo qualora gli interventi edilizi realizzati in assenza di autorizzazione paesaggistica comportino un incremento dei volumi esistenti in contrasto con le prescrizioni del piano paesaggistico vigente, ovvero l'utilizzo di materiali di copertura ritenuti non compatibili con il contesto paesaggistico. L'obbligo di motivazione del provvedimento di diniego è assolto anche attraverso il richiamo agli atti istruttori, come il parere della Soprintendenza, che esplicitano le ragioni ostative. La pendenza di un'istanza di condono edilizio non impone all'amministrazione di valutare preventivamente la sanabilità edilizia dell'opera, essendo i due procedimenti autonomi e governati da presupposti ed effetti eterogenei, con priorità della definizione della questione paesaggistica. Il rimedio ripristinatorio non è precluso dal possibile pregiudizio all'intero immobile, trattandosi di una mera eventualità subordinata all'impossibilità del ripristino dello stato dei luoghi.