Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43306 del 6 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:43306PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza illecita, in assenza di una plausibile giustificazione circa la sua origine, costituisce prova sufficiente dell'elemento soggettivo del reato di ricettazione, in quanto rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. La Corte di Cassazione, nel sindacare la legittimità della decisione di merito, non deve stabilire se essa proponga la migliore ricostruzione possibile dei fatti, né condividerne la giustificazione, ma deve limitarsi a verificare se tale giustificazione sia compatibile con il senso comune e con i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento. Pertanto, la mera diversità tra il numero IMEI indicato dalla parte offesa e quello fornito dal gestore telefonico, ove non adeguatamente allegata e dimostrata, costituisce un mero diverso modo di valutazione dei fatti, estraneo al controllo di legittimità demandato alla Corte di Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. SI. FE. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 975/2006 CORTE APPELLO di ROMA, del 28/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VOLPE Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

La Corte di …

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