Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45078 del 25 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45078PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, consapevole dell'ingiustizia della propria pretesa, realizza il profitto mediante minacce o pressioni psicologiche nei confronti della vittima, anche qualora l'addebito di usura sia stato escluso. L'assoluzione dall'imputazione di usura non comporta necessariamente la derubricazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto l'ingiustizia della pretesa può sussistere anche al di fuori della fattispecie usuraria, laddove il soggetto agente persista nel richiedere la restituzione di un credito ormai estinto per i pagamenti effettuati dalla vittima. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nell'apprezzamento delle prove, il cui sindacato in sede di legittimità è consentito solo per vizi motivazionali manifesti, quali illogicità, contraddizioni o travisamento dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - rel. Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. UM. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 43/2001 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 06/07/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO BARTOLINI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. PIER GENTILE Nicole…

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