Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8411 del 25 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8411PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che diffonde una e-mail contenente accuse infondate e offensive nei confronti di un altro dipendente, attaccandone la sfera personale e sessuale, commette il reato di diffamazione aggravata, anche qualora ritenga di agire per presunti disservizi nell'ambiente di lavoro. Il giudice di merito ha il potere esclusivo di valutare le risultanze probatorie, senza che la Corte di Cassazione possa sostituire tale valutazione con una diversa lettura degli elementi di fatto, salvo vizi di legittimità. L'esimente della provocazione non è configurabile quando le offese non siano state determinate da un fatto ingiusto commesso in prossimità temporale dalla persona offesa, ma siano riconducibili a pregressi dissapori di natura affettiva e sessuale. La condanna del ricorrente alle spese processuali e ad una sanzione pecuniaria consegue alla declaratoria di inammissibilità del ricorso, che rende inoperante la prescrizione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. RO. N. IL (OMESSO);

avverso sentenza del 10/05/2007 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentito il P.G. Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il dif. di P.C.: avv. Fusillo Antonio in sost. Avv. (Ndr: testo ori…

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