Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21731 del 24 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:21731PEN

Massima

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Il reato di furto è procedibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una delle circostanze aggravanti previste dall'art. 625 c.p. che lo rendono procedibile d'ufficio. Tuttavia, il mero richiamo generico all'art. 625 c.p. nell'imputazione, senza l'indicazione specifica di una delle circostanze ivi elencate, non è sufficiente a configurare un'aggravante che determini la procedibilità d'ufficio. In tal caso, in assenza di una querela espressa della persona offesa, l'azione penale non può essere esercitata, determinando l'improcedibilità del reato. Inoltre, la mera denuncia del fatto da parte del direttore dell'esercizio commerciale non equivale a querela, essendo necessaria un'espressa istanza di punizione del responsabile per integrare tale condizione di procedibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/12/2014 del Tribunale di Napoli
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata veniva applicata nei confronti di (OMISSIS), su concorde richiesta delle…

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