Il Consiglio Comunale, pur essendo titolare di ampia discrezionalità nella scelta di adottare o meno una variante urbanistica, è tenuto a motivare in modo puntuale e adeguato il proprio dissenso rispetto alla proposta di variante emersa all'esito positivo della conferenza di servizi convocata ai sensi degli artt. 25 d.lgs. 112/1998 e 5 d.p.r. 447/1998. Tale obbligo di motivazione è particolarmente stringente quando la variante urbanistica sia finalizzata alla realizzazione di un progetto specifico su un'area ben individuata, in quanto in tal caso si determina una legittima aspettativa del privato proponente che richiede una motivazione esplicita e convincente delle ragioni del diniego. La semplice verbalizzazione delle opinioni espresse dai singoli consiglieri nel corso del dibattito consiliare non è sufficiente a soddisfare l'obbligo di motivazione, essendo necessario che il Consiglio Comunale, all'esito del dibattito, ponga in votazione proposte motivate di rigetto della variante, in modo che la maggioranza contraria si esprima in modo chiaro e univoco sulle ragioni del dissenso. In mancanza di una motivazione puntuale e adeguata, il provvedimento di diniego della variante urbanistica è illegittimo per violazione dell'obbligo di motivazione.