Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 901 del 12 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:901PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La sussistenza del delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, richiede la prova dell'integrazione di un quid pluris rispetto al mero concorso di persone nel reato continuato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, consistente nell'esistenza di un accordo criminoso diretto alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti, con permanenza del vincolo associativo tra i partecipanti, i quali, anche al di fuori dei singoli reati programmati, assicurino la propria disponibilità duratura ed indefinita nel tempo al perseguimento del programma criminoso del sodalizio. Tali elementi possono desumersi dalla reiterazione in un arco temporale apprezzabile di numerose condotte di smercio di droga, secondo un modus operandi sempre identico, con la predisposizione e l'impiego di mezzi comuni, nonché dal numero esorbitante di contatti telefonici registrati su utenze dedicate ai rapporti con i clienti di stupefacente. Ai fini della valutazione della gravità indiziaria in relazione alla partecipazione del singolo indagato all'associazione per delinquere, rilevano il suo stabile rapporto di collaborazione con gli altri membri del gruppo criminale, il suo coinvolgimento in una pluralità di reati-fine, nonché il suo ruolo attivo nell'accompagnare i pusher sul luogo delle consegne, pur senza materialmente effettuarle, al fine di non correre rischi in caso di controlli di polizia. In tema di misure cautelari personali, la presunzione di pericolosità sociale dell'indagato e di adeguatezza della sola misura carceraria, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. per i reati di cui all'art. 51, comma 3-bis, c.p.p., è superabile solo ove il giudice accerti, in relazione al caso concreto, la mancanza di qualsiasi esigenza cautelare e la possibilità di soddisfare le esigenze cautelari con misure diverse dalla custodia in carcere, valutazione che non può essere censurata in sede di legittimità se congruamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/07/2020 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BASSI Alessandra;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale DE MASELLIS Mariella, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), il quale ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENU…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.