La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il progetto di realizzazione e gestione di una discarica per rifiuti inerti, autorizzato dalla Regione e dalla Provincia, è legittimo nonostante le censure sollevate dai Comuni ricorrenti, in quanto: 1. Il ritombamento dell'area di cava con rifiuti inerti non è in contrasto con la destinazione finale prevista dal Piano cave, che mira al recupero ambientale e alla fruizione pubblica dell'area, obiettivi solo posticipati ma non obliterati dalla realizzazione della discarica. 2. L'intervento è compatibile con gli strumenti urbanistici vigenti, in quanto l'area è destinata dal PGT a "Aree per attività estrattive" e il Piano provinciale di Gestione dei Rifiuti ne prevede la localizzazione per una discarica. 3. I precedenti dinieghi autorizzativi riguardavano progetti diversi e non possono inficiare la legittimità dell'autorizzazione ora concessa, che è stata preceduta da un'ampia istruttoria volta a valutare la compatibilità ambientale dell'intervento. 4. Il modello idrogeologico adottato, pur con alcune lacune iniziali, è risultato nel complesso coerente con i dati disponibili, sicché l'autorizzazione non può ritenersi illegittima per carenze istruttorie, fermo restando l'obbligo per la Provincia di richiedere l'adeguamento del piano di monitoraggio delle acque sotterranee. 5. La modifica dell'autorizzazione che ha consentito l'avvio parziale dell'attività di conferimento, pur rimandando l'allargamento stradale al successivo lotto, è legittima in considerazione delle difficoltà incontrate nell'attuazione della condizione originaria e dell'assenza di un concreto pregiudizio per gli interessi pubblici tutelati.