Il rilascio del permesso di costruire in sanatoria e dell'accertamento di assenza di danno ambientale è escluso per gli interventi edilizi che comportano un incremento di superficie e volume, nonché un mutamento della destinazione d'uso, in quanto tali opere, per la loro portata innovativa e non meramente conservativa, non rientrano tra quelle per le quali l'ordinamento consente il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica in sanatoria. Ciò in quanto l'alterazione dell'aspetto esteriore dei luoghi, derivante dalla realizzazione di nuovi volumi e superfici, determina una significativa modifica dello stato dei luoghi che non può essere sanata ai sensi dell'art. 167 del d.lgs. 42/2004. Inoltre, gli interventi in questione, ove realizzati in zona vincolata e in assenza di strumento urbanistico vigente, risultano in contrasto con le prescrizioni di cui all'art. 4 della l.r. 17/1982, che vieta la realizzazione di nuove volumetrie all'interno dei centri abitati. Pertanto, in tali ipotesi, il diniego del permesso di costruire in sanatoria e dell'accertamento di assenza di danno ambientale si configura come un atto dovuto per l'amministrazione, non essendo configurabile alcuna alternativa decisionale, in applicazione dell'art. 21-octies della l. 241/1990.